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IL MINISTERO DELLA SALUTE FINANZIA UNO STUDIO SUL MORBO DI GAUCHER PDF Stampa E-mail
29 March 2011
Con una delibera proposta dall'assessore alla salute, integrazione sociosanitaria e politiche sociali, Vladimir Kosic, la Giunta regionale ha preso atto che un progetto di ricerca sulla malattia di Gaucher, proposto dall'Azienda ospedaliero-universitaria Santa Maria della Misericordia di Udine e presentato dalla Regione, e' stato ammesso a finanziamento dal Ministero della
Salute. La malattia di Gaucher e' una rara patologia ereditaria, dovuta alla mancanza di un enzima che determina un forte ingrossamento della milza e del fegato, danni ossei, difetti di crescita nei bambini, anemie, tendenza alle emorragie e danni neurologici in alcune forme.
Il progetto, di cui responsabile scientifico e' il dottor Bruno Bembi, direttore del Centro di coordinamento regionale per le malattie rare, ha un costo complessivo di 817 mila euro, che sara' coperto per 250 mila euro dal finanziamento del Ministero.

 

 

PREVISTA PER IL 7 MAGGIO A MILANO L'ASSEMBLEA ANNUALE DELLA AICH MILANO
18 April 2011
Il 7 maggio dalle ore 9,30 alle 13,20, presso Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta a Milano, è convocata  l'assemblea annuale della Associazione Italiana Corea di Huntington Milano Onlus. 
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IN MOLISE UN CENTRO DI RIFERIMENTO PER L’EMOFILIA
13 April 2011
In occasione delle Giornata Mondiale dell'Emofilia, che si celebra il 17 aprile di ogni anno, nasce in Molise un Centro di riferimento regionale per la diagnosi e la cura dell'emofilia e delle malattie emorragiche congenite.
 
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A SENIGALLIA UN CONVEGNO SULLA NEUROFIBROMATOSI
01 April 2011
Il 2 aprile a Senigallia, presso l’auditorium San Rocco in piazza Garibaldi, è in programma il secondo convegno regionale dell’Anf onlus (Associazione neurofibromatosi) intitolato “Difficoltà di apprendimento nella neurofibromatosi e nelle malattie rare”, realizzato con il patrocinio del Comune di Senigallia e la collaborazione dell’Asur Zt 4, la Consulta del volontariato, Aidweb.org, Anffas, Omphalos e Centro Servizi Volontariato.
 
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LA FDA APPROVA CORIFACT COME FARMACO ANTIEMORRAGICO ORFANO
29 March 2011
La FDA ha dato la sua approvazione alla messa in commercio del farmaco CORIFACT, il primo prodotto destinato a prevenire le emorragie nel deficit congenito del fattore XIII. Corifact è stato classificato come farmaco orfano
 
IL RIMONIBANT NON E’ EFFICACE NEI MALATI DI SINDROME DI PRADER WILLI
29 March 2011
L’obesità legata all’iperfagia è uno dei principali sintomi della sindrome di Prader-Willi. Il farmaco rimonabant, che agisce sul sistema endocannabinoide fondamentale nella regolazione dell’appetito,  



 
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SLA: DISPARITA' TERRITORIALI INACCETTABILI TRA I MALATI PDF Stampa E-mail
28 September 2010

"Le disparità territoriali che sono costretti a subire i malati di sclerosi laterale amiotrofica sono inaccettabili. Convocheremo il Coordinatore degli Assessori regionali alla Sanità, Luca Coletto, per comprendere ed affrontare tutte le criticità di una patologia drammatica come la SLA".
Così Ignazio Marino, Presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul Servizio sanitario nazionale, al termine dell'audizione della Dott.ssa Letizia Mazzini, neurologa presso l'ospedale di Novara, ascoltata dalla Commissione in merito alla sua sperimentazione sul trapianto a scopo terapeutico di cellule staminali autologhe. L'audizione era stata programmata nell'ambito dell'inchiesta sull'assistenza sanitaria alle persone affette da gravi forme di disabilità, indagine che vede relatore di maggioranza il Senatore Massidda e relatrice di minoranza la Senatrice Biondelli.
"Perchè - si domanda Marino - vi sono alcune regioni che forniscono il letto per disabili in alternativa alla carrozzina: forse un malato di SLA deve stare sempre chiuso nella sua stanza? Perché addirittura da una Asl all'altra cambia la disponibilità a fornire gli integratori, fondamentali nelle fasi terminali della malattia o i comunicatori, quegli apparecchi che leggono le parole negli occhi? Com'è possibile che, se è vero che la paralisi progressiva degli arti porta alla morte in pochi anni, una persona ne debba aspettare uno per ottenere l'invalidità? Perché solo alcune regioni sanno cosa voglia dire assistenza domiciliare per chi è affetto dalla sindrome laterale amiotrofica, quante e quali figure comprenda?".
"Abbiamo chiesto alla Dott.ssa Mazzini - ha concluso Marino - di fornirci l'elenco di tutti gli ausili e i presidi necessari ai malati di SLA. Sottoporremo tali richieste all'Assessore Coletto, affinché le Regioni si attestino su prestazioni omogenee: è odioso che oltre a dover fare i conti con una malattia terribile una persona debba affidarsi alla fortuna di vivere in una regione piuttosto che in un'altra per ottenere ciò che la Costituzione le dovrebbe garantire".
 

 

IL MINISTERO DELLA SALUTE FINANZIA UN PROGETTO SENESE SULLA SINDROME DI RETT PDF Stampa E-mail
04 October 2010

La Genetica Medica del policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena ha ricevuto un importante finanziamento per un'innovativa ricerca sulla sindrome di Rett.
Il progetto e' stato finanziato nell'ambito del bando relativo alla "Ricerca sulle Malattie Rare 2008" del Ministero della Salute, ed e' risultato il terzo su circa 250 progetti, di cui solo 13 sono stati finanziati. 230mila euro saranno investiti nel reparto diretto dalla professoressa Alessandra Renieri, punto di riferimento nazionale e centro di eccellenza per le indagini genetiche su questa grave malattia neurologica che colpisce solo le bambine, entro i primi anni di vita, provocando gravi disabilità e dipendenza dagli altri per tutta la vita. Allo studio collaborerà la Neuropsichiatria Infantile delle Scotte, diretta dal dottor Joussef Hayek, e la Neuropsichiatria Infantile della USL12 di Viareggio, diretta dal dottor Giorgio Pini.
Il progetto, che avra' una durata di 24 mesi, prende l'avvio dall'effettuazione di biopsie cutanee delle pazienti, da cui verranno allestite colture di fibroblasti.
"I fibroblasti - spiega la ricercatrice Francesca Ariani - verranno quindi riprogrammati in vitro in cellule staminali pluripotenti, comparabili alle staminali embrionali". La tecnologia utilizzata, per la sua complessita', ha richiesto un approfondimento di 8 mesi in Canada da parte della dottoressa Ilaria Meloni, contrattista Telethon presso la Genetica Medica "Queste cellule - spiega la Meloni - verranno quindi indotte a trasformarsi in neuroni, permettendo cosi' di effettuare studi volti a comprendere le differenze nel funzionamento delle cellule malate delle pazienti".
Parallelamente, sulle stesse cellule verranno condotte indagini sullo stress ossidativo, la cui rilevanza nella malattia e' stata dimostrata da parte del gruppo della professoressa Lucia Ciccoli, del dipartimento universitario di Fisipatologia, e dal neonatologo Claudio De Felice. "I neuroni ottenuti dalle pazienti - conclude la Renieri - verranno messi a confronto con quelli provenienti da controlli sani per capacita' di sopravvivenza, morfologia e funzionalita'. Queste indagini consentiranno non solo di caratterizzare le alterazioni neuronali associate alla sindrome di Rett, ma soprattutto saranno di importanza fondamentale per la valutazione dell'efficacia di potenziali
strategie terapeutiche".

 

DDL MALATTIE RARE: AL SENATO SI ATTENDE IL RISCONTRO SULLA COPERTURA FINANZIARIA PDF Stampa E-mail
05 October 2010
La Commissione Igiene e Sanità del Senato attende di acquisire le valutazioni sulle possibilita' di copertura finanziaria che consentano di portare avanti l'esame di numerosi DDL che sono stati gia' da tempo discussi. Si tratta, tra l'altro del DDL 1142 sulle professioni sanitarie e infermieristiche, i DDL riguardanti le malattie rare e la prevenzione e cura della endometriosi, il progetto normativo che riguarda la responsabilita' professionale del personale sanitario oggetto di approfondimento anche in un tavolo intergovernativo.
L'ordine del giorno di convocazione continua, intanto, a registrare come primo punto della riunione, in sede deliberante, il testo unificato 8 contenente nuove norme contro il fumo.

 

 

LA FDA NON APPROVA IL FARMACO GHB CONTRO LA FIBROMIALGIA PDF Stampa E-mail
19 October 2010

Il derivato del GHB, l'Acido Gamma Idrossi Butirrico nato come farmaco in grado di indurre uno stato di anestesia profonda, non potra' essere usato per la terapia della fibromalgia. Troppi rischi di effetti collaterali, dipendenza e usi inappropriati. Seconda la Food and Drug Administration (Fda), il sodio ossidato non ricevera', come richiesto dalla Jazz Pharmaceuticals, un ampliamento terapeutico e non potra' dunque rientrare nella terapia della fibromialgia, una malattia caratterizzata da dolori cronici diffusi, affaticamento intenso e disturbi del sonno, che spesso si associano a ansia o depressione, soprattutto nelle donne.
La casa farmaceutica aveva richiesto tempo fa che tra le indicazioni terapeutiche del farmaco fosse compreso il trattamento del dolore e dei disturbi del sonno associati alla fibromialgia ma la Fda, che gia' alcune settimane fa aveva espresso un primo parere negativo, ha deciso per la definitiva bocciatura. Tra le motivazioni fornite dall'autorita' quella delle necessita' di ulteriori
studi, che richiederanno almeno un paio d'anni, e anche la necessita' di mettere a punto una formulazione che impedisca usi inappropriati del farmaco.
Il sodio ossidato e' infatti un derivato del gammaidrossibutirrato (GHB) provoca in chi lo assume disinibizione, aumento della capacita' erettile nei maschi, della sensibilita' tattile e una maggiore sensibilita' al momento dell'orgasmo. Una sostanza pericolosa soprattutto se usata in maniera
impropria, se assunta con l'alcool - cosa che puo' provocare convulsioni e anche la morte - e che proprio per questo attualmente e' accessibile solo in maniera controllata. Attualmente viene infatti usato, anche in Europa, per il trattamento della cataplessia associata alla narcolessia e la sonnolenza diurna mentre per la fibromialgia, dopo la risposta dell'Fda la strada sembra essere
tutta in salita. 

 

ENTRO IL 2011 IN TOSCANA UN CONTACT CENTER PER PAZIENTI AFFETTI DA MALATTIE RARE PDF Stampa E-mail
28 February 2011

Un contact center, sul modello di quello già in funzione per i pazienti oncologici, ma dedicato in questo caso ai pazienti affetti da malattie rare e alle loro famiglie, verrà istituito entro il 2011 in Toscana. Del progetto si è parlato durante il convegno “Malattie rare, una priorità per la sanità pubblica. Le disuguaglianze sanitarie. Rari ma uguali”, tenutosi lunedì 28 febbraio a Pisa.
Il convegno è stato organizzato dalla Regione Toscana, in collaborazione con la Fondazione Gabriele Monasterio (gestore del Registro Toscano delle Malattie Rare), l'Istituto di fisiologia clinica del CNR, e Forum delle Associazioni toscane malattie rare, in occasione della Giornata dedicata, appunto, a queste malattie.
“Obiettivo del convegno – ha spiegato l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia – è di identificare insieme criteri e soluzioni per promuovere un accesso equo alle migliori cure disponibili per tutti i malati. In molti casi, le difficoltà che i malati devono affrontare sono tali da pregiudicare la qualità della vita loro e dei loro familiari. E’ giusto continuare a lavorare per andare incontro ai bisogni di tutti i pazienti, riducendo sempre di più le disuguaglianze e garantendo a tutti uguali opportunità di cura e assistenza”.
Sono stati presentati i dati aggiornati del Registro Toscano Malattie Rare: al dicembre 2010 erano presenti nel registro 19.118 malati, segnalati da 149 medici specialisti distribuiti su tutto il territorio regionale. Oltre il 30% dei pazienti sono di provenienza extraregionale, a segnalare una notevole capacità attrattiva da parte delle strutture toscane. Le malattie rare identificate ad oggi sono 6.000-8.000: sono croniche, progressive, degenerative e spesso dolorose, il 75% colpiscono i bambini. In Italia sono centinaia di migliaia i pazienti affetti da patologie rare.
Oltre al progetto del contact center, sono state illustrate le prime fasi di avvio del Centro Regionale per le Malattie Rare Pediatriche, che ha sede al Meyer e vede anche il diretto coinvolgimento delle pediatrie delle Aziende ospedaliero-universitarie pisana e senese, in collaborazione con il Forum delle Associazioni toscane delle malattie rare. Inoltre sono state tracciate anche le prime azioni del progetto curato dal Formas in collaborazione con il Coordinamento regionale delle malattie rare, per produrre linee guida, schede informative e moduli formativi per le malattie rare registrate in Toscana.

 

Il Nuovo Piano Sanitario per gli anni 2011- 2013

Il Piano Sanitario Nazionale (PSN) 2011-2013 approvato, su proposta del Ministro della

salute, dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 21 gennaio 2010, è basato sui principi di

responsabilità pubblica per la tutela del diritto di salute della comunità e della persona; di

universalità, di eguaglianza e di equità d’accesso alle prestazioni; di libertà di scelta; di

informazione e di partecipazione dei cittadini; di gratuità delle cure nei limiti stabiliti dalla

legge, di globalità della copertura assistenziale come definito dai livelli essenziali di

assistenza (LEA).

È necessario realizzare un sistema di accesso alle prestazioni nell’ambito di specifici

percorsi diagnostico terapeutici per le patologie più diffuse e sviluppare una serie di

interventi, tra i quali, in sintesi, sono da considerare prioritari:

1. l’uso delle classi di priorità per le prenotazioni ambulatoriali e di ricovero: le prestazioni

devono essere garantite sulla base del quadro clinico presentato dal paziente;

2. l’individuazione di percorsi diagnostico terapeutici (PDT) nell’area cardiovascolare e

oncologica e la fissazione dei relativi tempi massimi di attesa per garantire la tempestività

della diagnosi e del trattamento;

3. la messa a sistema di soluzioni operative per la gestione dei flussi informativi disponibili

per monitorare i tempi di attesa delle prestazioni ambulatoriali e quelli di ricovero

programmato, erogate singolarmente o nell’ambito di specifici percorsi, garantite dal SSN

sia in ambito istituzionale che in libera professione, per garantire l’affidabilità e la

trasparenza dei dati sui tempi d’attesa;

4. la definizione delle modalità di utilizzo della libera professione intramuraria nell’ambito

del governo delle liste d’attesa per conto e a carico delle aziende, per contenere i tempi di

attesa per le prestazioni particolarmente critiche in regime istituzionale;

5. la gestione degli accessi attraverso l’uso del sistema CUP sulla base di quanto previsto

dall’Intesa Stato-Regioni del 29-04-2010, anche prevedendo possibilità di sviluppo di

iniziative di “Information & Communication Technologies” (ICT) per realizzare funzionalità

automatizzate ai fini della gestione del processo di prescrizione, prenotazione e

refertazione;

6. l’individuazione delle modalità di “ristoro” per il cittadino, prevedendo forme alternative

di accesso alla prestazione, nel caso in cui non vengano garantite a livello aziendale le

prestazioni nei tempi massimi di attesa individuati in sede regionale;

7. la vigilanza sistematica delle situazioni di sospensione della prenotazione e

dell’erogazione delle stesse;

8. l’attuazione di interventi condivisi per migliorare la qualità prescrittiva, in particolare per

le prestazioni a maggiore criticità in termini di liste e tempi di attesa;

9. la comunicazione delle liste d’attesa anche attraverso la valorizzazione della

partecipazione di utenti e di associazioni di tutela e di volontariato, per favorire sia

un’adeguata conoscenza delle attività e delle modalità di accesso alla prenotazione delle

prestazioni, attraverso campagne informative, Uffici relazioni con il pubblico (URP), Carte

dei servizi, nonché sezioni facilmente accessibili sui siti web regionali e aziendali;

10. il monitoraggio sistematico della dei tempi massimi regionali sui siti web di Regioni e

P.A. e di Aziende sanitarie pubbliche e private accreditate, per garantire la trasparenza e

l’accesso alle informazioni su liste e tempi di attesa.

Il livello centrale, a garanzia del diritto di tutti gli utenti del SSN ad ottenere

un’informazione adeguata e trasparente e del diritto di tutti gli operatori ad un ampio

confronto e all’aggiornamento costante, promuove un incontro annuale tra tutti gli attori del

sistema, anche ai fini della trasferibilità delle esperienze più significative.

Il Piano sanitario nazionale 2011-2013, sul quale verranno sentite le organizzazioni

sindacali sarà inviato alle Commissioni parlamentari per il parere ed alla Conferenza

unificata per la prevista intesa.

Ministero della salute – 3 febbraio 2011

Piemonte. Anpas vuol conoscere come cambieranno i Dea

Cambiamenti in vista per la rete d'emergenza piemontese. E proprio per questo la locale

Anpas (Associazione nazionale pubbliche assistenze) essendo una delle maggiori

organizzazioni di volontariato che opera nel trasporto in ambulanza – in Piemonte le

Pubbliche Assistenze da sole coprono circa il 40% dei servizi di urgenza – chiede di

essere informata circa l’annunciato riassetto della rete di emergenza degli ospedali

piemontesi oggetto di una nuova localizzazione dei Dea, i dipartimenti di emergenza e

accettazione al fine di prevedere e valutare le ricadute del riordino sul territorio.

Per Luciano Dematteis, presidente di Anpas Piemonte «il diverso posizionamento dei

dipartimenti e la loro classificazione che va dai super Dea ai dipartimenti di emergenza

meno complessi in base alla specificità delle patologie trattate, sono di fatto collegati al

servizio di emergenza urgenza 118 a mezzo ambulanza. Per questo abbiamo più volte

chiesto agli organi competenti di essere messi al corrente della riforma soprattutto in

questa fase preliminare. Ma al momento il nostro appello è rimasto inascoltato».

«Anpas – conclude Dematteis – attraverso le 80 Pubbliche Assistenze associate presenti

su tutto il territorio piemontese (Croce Verde, Croce Bianca, Volontari del Soccorso,

Volontari Ambulanza) svolge un’attività di interesse generale proprio sulla base del

principio di sussidiarietà, pertanto, intende essere pronta e preparata nell’ottica di

continuare a fornire un efficiente e qualificato servizio ai cittadini».

vita.it – 04 febbraio 2011

In Italia più di 8 mila malattie rare

Sono 8.133 le malattie rare censite fino ad oggi, ma si prevede che entro il 2014 saranno 9

mila. In Italia si effettuano 3.500 test diagnostici per questo tipo di patologie in 260

laboratori specializzati. Sono in corso 630 progetti di ricerca, esistono 76 registri per le

malattie rare e 243 associazioni di famiglie. Sono questi i principali numeri emersi giovedì

mattina (10 febbraio) al ministero della Salute durante un convegno che ha fatto il punto

sui primi dieci anni di Orphanet Italia, il più importante database nazionale dedicato alle

malattie rare, che lavora in seno al database internazionale Orphanet. Il progetto, nato in

Francia nel 1997, viene supportato da 12mila tra specialisti e ricercatori di 38 diversi paesi

tra cui anche l’Italia che, per la quantità di dati gestiti, è al secondo posto dopo la Francia.

Nel corso della mattinata è stato presentato anche il secondo Annuario di Orphanet,

“Malattie rare 2.0”, dedicato alle circa 800 principali patologie tra le malattie rare.

A parlare del database e dei primi dieci anni di esperienza nell’ambito delle malattie rare

sono intervenuti il ministro della Salute Ferruccio Fazio; Bruno Dallapiccola, direttore

Orphanet Italia; Giuseppe Profiti, presidente dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù;

Renza Barbon Galluppi, presidente di Uniamo Fimr; e Sergio Dompè, presidente di

Farmindustria. Per il ministro il valore di Orphanet è principalmente quello di «riuscire a

governare l’informazione su Internet, gestendo nel modo migliore questi malati, altrimenti

affidati unicamente al passaparola o al consiglio del medico di base». Il database delle

malattie rare per Fazio è «un progetto di straordinaria rilevanza medica e sociale. Tant’è

che l’Unione europea lo ha identificato come una delle poche iniziative scientifiche e di

servizio meritevole di essere mantenuta e potenziata con le risorse europee e dei singoli

Stati che partecipano alla rete». Orphanet Italia ha sede presso l’ospedale pediatrico

Bambino Gesù e questo perché «il fatto che il 70% delle malattie rare interessi l’età

pediatrica – ha spiegato Profiti – ci spinge quotidianamente a impegnare risorse ed

energie nuove per affrontarle. In questo senso il progetto Orphanet rappresenta la

manifestazione più avanzata del lavoro in campo biomedico, mettendo a sistema le

energie del capitale umano della comunità scientifica internazionale con l’utilizzo delle

tecnologie telematiche».

A sottolineare il proficuo lavoro di Orphanet Italia è stato anche Sergio Dompè, che ha

spiegato come «l’Italia con 10,4 pubblicazioni su 100 dedicate alle malattie rare ha l’indice

di specializzazione più elevato del mondo. Sono 63 i progetti in sviluppo di molecole che

hanno ottenuto la designazione di farmaco orfano, il 61% dei quali in fase avanzata di

sperimentazione». Per Galluppi, presidente della Federazione italiana malattie rare, che

rappresenta moltissime realtà dell’associazionismo italiano, «l’annuario Orphanet è un

ottimo strumento informativo che testimonia non solo l’ampiezza e il fenomeno delle

malattie rare ma anche l’impegno della comunità scientifica in questo campo. Purtroppo,

mentre la scienza va avanti – ha sottolineato Galluppi – un numero significativo di persone

affette da malattie rare sono ancora oggi ‘orfane’ di assistenza e di cura perché la

burocrazia non procede di pari passo». A parlare dei risultati ottenuti nei primi dieci anni di

vita è stato infine Dallapiccola, fiero di vedere un progetto «nato da un capillare porta a

porta molto artigianale diventare uno strumento sanitario riconosciuto e stimato a livello

internazionale», anche se ci sono da superare ancora delle criticità. «Si sente l’esigenza di

avere maggiori linee guida, c’è un eccessivo numero di laboratori che selezionano solo

600 geni di malattie rare sui 2mila conosciuti, manca una valutazione dei risultati degli

investimenti e c’è un problema nella formazione e ricerca che – ha concluso – deve essere

maggiormente condivisa con il mondo competente delle associazioni».

romasette.it – 11 febbraio 2011

Approvato Piano di indirizzo sulla riabilitazione

La Conferenza Stato Regioni ha approvato il Piano di Indirizzo sulla riabilitazione che

aggiorna le Linee Guida sulla disabilità del 1998, promosso su iniziativa del

Sottosegretario alla Salute on. Francesca Martini.

Lo considero un obiettivo di straordinaria portata - ha dichiarato il Sottosegretario alla

Salute Francesca Martini - e ringrazio i numerosi professionisti che hanno contribuito alla

stesura del nuovo Piano sulla riabilitazione. La Conferenza Stato-Regioni ha saputo

cogliere la visione strategica e lungimirante di un rinnovo delle Linee guida che guardano

a necessità emergenti e sempre più pressanti in campo sanitario nel nostro Paese. Il dato

di fatto di un allungamento della vita media della popolazione e l'emersione di una serie di

bisogni massicci in campo riabilitativo sono stati il punto di partenza di un lavoro che ha

portato alla definizione del nuovo Piano di indirizzo. Ho ritenuto fondamentale guardare

con approccio scientifico all'evoluzione epidemiologica e demografica, allo sviluppo di

nuove tecnologie e alle criticità, sia in fase acuta che post dimissioni, di tutti quegli eventi

che comportano nel loro decorso grave disabilità. Al centro del sistema è collocata la

persona e la sua qualità della vita. Il Ministero della Salute ha un ruolo insostituibile di

garante per tutti i cittadini di accesso alle prestazioni essenziali e mi auguro che questo

Piano, in quanto punto di riferimento per le migliori prassi e per i modelli organizzativi più

efficienti, contribuisca in modo sostanziale a migliorare il quadro dell'offerta in campo

riabilitativo a livello nazionale, colmando le evidenti differenze di opportunità che ora

subiscono i pazienti. In questo senso auspico, così come è stato nel lavoro di

monitoraggio, la massima collaborazione da parte delle regioni. Proprio in epoca

giustamente contraddistinta da riduzione della spesa impropria e necessità di

razionalizzazione dei servizi sanitari, sia in ambito ospedaliero che territoriale, va presa

piena coscienza della fondamentale importanza che riveste il percorso riabilitativo nella

vita dei pazienti e nel loro percorso assistenziale”.

salute24.ilsole24ore.com –11 febbraio 2011

Sanita': da Stato-Regioni via libera a restyling linee guida disabilita'

Via libera della Conferenza Stato-Regioni al Piano di indirizzo sulla riabilitazione. Il

provvedimento, su iniziativa del sottosegretario alla Salute Francesca Martini, aggiorna le

Linee guida sulla disabilità datate 1998. "Considero quello raggiunto oggi un obiettivo di

straordinaria portata - sottolinea Martini in una nota - e ringrazio i numerosi professionisti

che hanno contribuito alla stesura del nuovo Piano sulla riabilitazione". "La Conferenza

Stato-Regioni ha saputo cogliere - a detta del sottosegretario - la visione strategica e

lungimirante di un rinnovo delle Linee guida che guardano a necessità emergenti e

sempre più pressanti in campo sanitario nel nostro Paese. Il dato di fatto di un

allungamento della vita media della popolazione e l’emersione di una serie di bisogni

massicci in campo riabilitativo sono stati il punto di partenza di un lavoro che ha portato

alla definizione del nuovo Piano di indirizzo".

"Ho ritenuto fondamentale - prosegue - guardare con approccio scientifico all’evoluzione

epidemiologica e demografica, allo sviluppo di nuove tecnologie e alle criticità, sia in fase

acuta che post dimissioni, di tutti quegli eventi che comportano nel loro decorso grave

disabilità. Al centro del sistema è collocata la persona e la sua qualità della vita". "Il

ministero della Salute - sottolinea il sottosegretario - ha un ruolo insostituibile di garante e

di accesso alle prestazioni essenziali per tutti i cittadini e mi auguro che questo Piano, in

quanto punto di riferimento per le migliori prassi e per i modelli organizzativi più efficienti,

contribuisca in modo sostanziale a migliorare il quadro dell’offerta in campo riabilitativo a

livello nazionale, colmando le evidenti differenze di opportunità che ora subiscono i

pazienti". "In questo senso auspico, così come è stato nel lavoro di monitoraggio, la

massima collaborazione da parte delle Regioni. Proprio in epoca giustamente

contraddistinta da riduzione della spesa impropria e necessità di razionalizzazione dei

servizi sanitari sia in ambito ospedaliero che territoriale - conclude Martini - va presa piena

coscienza della fondamentale importanza che riveste il percorso riabilitativo nella vita dei

pazienti e nel loro percorso assistenziale".

iltempo.it - 11 febbraio 2011

Sanità: malattie rare, numero verde e sito web in Sardegna

Per la maggior parte di queste patologie ancora oggi non è disponibile una cura efficace,

ma numerosi trattamenti appropriati possono migliorare la qualità della vita e prolungarne

la durata

Un numero verde e un sito web per le malattie rare in Sardegna. Li ha realizzati e messi a

disposizione degli utenti il Centro Regionale di Riferimento delle Malattie Rare (Clinica

Pediatrica II^, Ospedale Regionale per le Microcitemie della Asl di Cagliari) in

collaborazione con la Regione Autonoma della Sardegna e l’Asl di Cagliari. Il Numero

verde è 800095040 e il sito web è all’indirizzo www.malattieraresardegna.it

Al numero verde 800 095 040, attraverso un ascolto attivo e personalizzato, risponde

personale medico dedicato che fornirà informazioni sulle malattie, sul percorso da

compiersi dalla diagnosi all’esenzione, sulla presa in carico, orientando la persona sui

Centri della Rete Regionale per le Malattie Rare.

Il numero è attivo dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e il pomeriggio del lunedì e del

mercoledì dalle 15 alle 17.Il nuovo sito, www.malattieraresardegna.it , offre contenuti

consultabili gratuitamente dai pazienti affetti da malattia rara e dai loro familiari, dai medici,

dagli operatori sanitari e/o da chiunque voglia avere maggiori informazioni sulle malattie

rare.

Dal sito gli utenti potranno avere accesso diretto alla normativa regionale e nazionale, alle

novità scientifiche rilevanti, al percorso diagnostico assistenziale, a notizie su eventi e ai

principali siti ufficiali sulle malattie rare. Successivamente sarà disponibile un’area

riservata al personale medico per la consultazione di protocolli diagnostico terapeutici e

linee guida condivise per le più frequenti malattie rare della Regione Sardegna.

Le malattie rare colpiscono un numero ristretto di persone rispetto alla popolazione

generale. Per la loro rarità queste malattie sono talora difficili da diagnosticare e, spesso,

sono pochi i centri specializzati nella loro diagnosi e cura. Ancora oggi le conoscenze

scientifiche e mediche sulle malattie rare sono scarse e non adeguate.

Per la maggior parte di queste malattie ancora oggi non è disponibile una cura efficace,

ma numerosi trattamenti appropriati possono migliorare la qualità della vita e prolungarne

la durata. In alcuni casi sono stati ottenuti progressi sostanziali, dimostrando che non

bisogna arrendersi ma, al contrario, perseguire e intensificare gli sforzi nella ricerca e nella

solidarietà sociale.

Parlare di malattie rare nella loro totalità e non come singole patologie, serve a mettere in

luce e riconoscere una serie di comuni problematiche assistenziali e a progettare interventi

di sanità pubblica mirati e non frammentati che coinvolgano gruppi di popolazione

accumunati da bisogni simili, pur salvaguardandone peculiarità e differenze.

lastampa.it – 21 febbraio 2011

Lettera alle Regioni per il riconoscimento delle malattie rare non inserite nel

dm 279/01

Il Decreto Ministeriale N. 279/01 prevede importanti tutele per i malati rari, ma solo per

quelli affetti dalle patologie rare recepite nell’Elenco Nazionale delle Malattie Rare

(Allegato 1 del Decreto stesso). Dall’entrata in vigore del Decreto, nel 2001, fino ad oggi

l’Elenco Nazionale non è mai stato aggiornato, né lo sarà a breve in quanto il

provvedimento che lo contiene (Ridefinizione dei LEA, cioè dei livelli essenziali assistenza)

è da tempo fermo presso il Ministero del Tesoro, che non ne ravvisa la copertura

finanziaria. Di conseguenza, moltissime patologie rare, note alla comunità scientifica,

riconosciute da importanti organismi internazionali , più volte segnalate al Ministero della

Salute nel corso degli ultimi dieci anni, e tante altre via via emergenti, non trovano

riscontro nel sistema sanitario, e i malati che ne sono colpiti sono esclusi da assistenza

socio-sanitaria specifica, adeguata alla patologia. Sono oltre un centinaio le malattie rare

ancora prive di riconoscimento.

Questo comporta per i pazienti che ne sono affetti nomadismo diagnostico, assenza di

presa in carico presso Centri di Riferimento che non esistono, mancanza di tutele

sociali/assistenziali a scuola o sul lavoro. In una parola, detti pazienti subiscono una totale

emarginazione rispetto a quanti hanno una patologia rara ma riconosciuta. Alcuni

gruppi/associazioni, constatando che il livello centrale è in fase di stallo e non è

prevedibile lo sblocco della situazione, hanno perciò deciso di interfacciarsi con il livello

regionale, potendo le Regioni, che non versino in situazioni di rientro di bilancio,

riconoscere autonomamente ulteriori malattie rare rispetto a quelle incluse nell’Elenco

Nazionale. Alcune regioni (Piemonte, Toscana, Emilia Romagna…) già in passato si sono

mosse in questa direzione, ampliando notevolmente i propri Elenchi Regionali delle

Malattie Rare. Da queste considerazioni è nata l’idea della Lettera comune da parte di vari

gruppi/associazioni indirizzata alle Regioni, per chiedere l’inserimento nei propri Elenchi

Regionali di tutte le Malattie Rare ancora non riconosciute a livello nazionale. Per noi

malati rari ancora non riconosciuti questa è l’ultima speranza di vedere rispettato il nostro

diritto alla tutela della salute e di non subire discriminazioni solo perché colpiti da una

malattia rara non inserita in un elenco.

Speriamo che, in occasione della Quarta Giornata Mondiale per le Malattie Rare, almeno

le Regioni vorranno accogliere la nostra richiesta di riconoscimento. Il governo centrale

continua ad essere inamovibile da troppi anni. Sicuramente anche quest’anno si

festeggerà la Giornata per le Malattie Rare (28 Febbraio 2011), con dispiego di mezzi e di

proclami di buone intenzioni. La concretezza è altra cosa e noi malati rari ancora non

riconosciuti e discriminati non vorremmo rilevare anche stavolta, come purtroppo capita da

tempo, che per noi non c’è nulla da festeggiare.

Associazioni e gruppi di malattie rare non riconosciute possono aderire alla “Lettera Alle

Regioni”, segnalando la propria malattia rara per il riconoscimento.

malattierare.sanitanews.it – 23 febbraio 2011

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